Il talento, un’unica parola con così tanti significati. Avete mai provato a dare una definizione di Talento?
Secondo i dati di sondaggio Instagram di Psicologia Cognitiva Applicata, i partecipanti, invogliati a dare una definizione del termine, hanno riportato le più disparate, tra cui:
“Dote Naturale”
“Qualcosa in cui sei eccezionalmente bravo”
“Dote che non si può apprendere in alcun modo”
“Arte”
“Ossessione”
“Riuscire in un ambito senza grande sforzo”
I risultati sono eterogenei, come è lecito pensare. Data la vastità del termine, e per dare un senso di praticità all’articolo, ci concentreremo su aspetti psicologici riguardo talento in ambito sportivo.
COS’È IL TALENTO? NON CHIEDERLO ALLA SCIENZA
Anche qui, come vedrete, non esiste una definizione unica, ma punti di vista corroborati da dati scientifici. In uno studio su giovani calciatori, Harwood e colleghi (2008) hanno indagato le variabili psicologiche dietro a giovani calciatori talentuosi, identificandone quattro:
- Comunicazione
- Concentrazione
- Controllo
- Confidenza nelle proprie azioni, rispetto alla disciplina (Autoefficacia)
Altri studiosi come MacNamara e colleghi (2010a; 2010b) hanno posto l’accento su altre variabili:
- Capacità di affrontare la situazione (Coping) sotto pressione
- Capacità di ignorare gli stimoli irrilevanti
- Imagery
- Valutazione realistica della propria performance
- Competitività
Potremmo andare avanti a citare un’infinità di studi, dove termini piuttosto banali vengono citati in continuazione. Serve una pubblicazione su Nature per affermare che i migliori atleti hanno una concentrazione e una capacità di performance sotto stress migliori rispetto alla massa? Forse no.
Gli studi sopra citati, e le conclusioni a cui arrivano, mostrano una ovvia ambiguità del termine. Un punto di vista condiviso anche da Lea-Cathrin Dohme, che nel 2016 pubblica una review per identificare i termini più adatti ad una definizione di talento in ambito psicologico. Citando l’autrice:
“Inconsistencies in the use and definition of psychological terms within the talent development literature have been identified. To advance the scientific field, the creation of a shared language is recommended”
Cosa significa? Che il termine “talento”, preso singolarmente, vale ben poco. Per capire davvero cosa significhi, occorre andare più nello specifico. Esistono variabili, universalmente accettate, correlate al successo?
LE FAMOSISSIME FUNZIONI ESECUTIVE E IL TALENTO
La risposta è NI. Nel senso che, no, non esistono variabili universalmente accettate, tuttavia le funzioni esecutive potrebbero essere una buona soluzione. Le funzioni esecutive, intese come funzioni di controllo cognitivo dell’essere umano. Tali funzioni risiedono, anatomicamente, nel lobo frontale dell’essere umano (per farla breve, semplice e indolore). Uno dei processi fondamentali dovuto al funzionamento esecutivo è la pianificazione. Sai cucinare la pasta?
Bene. Questo semplice compito richiede una pianificazione di ogni passaggio (Apro la busta – metto l’acqua a cuocere – quando bolle butto il sale – butto la pasta – scolo la pasta dopo 10 minuti). Sono sicuro che tu non avrai alcun problema a farlo, ma un paziente neuropsicologico che abbia subito danni ai lobi frontali, potrebbe avere serie difficoltà.
Cosa ha a che fare tutto ciò con lo sport? Un calciatore, per effettuare un dribbling a centrocampo tra tre avversari e passare la palla, deve aver pianificato attentamente ogni mossa. Voi quanto ci mettereste? Io qualche anno, ormai.
Lui, probabilmente una manciata di millisecondi. Potrebbe, questa abilità, essere superiore nei talentuosi rispetto ai meno talentuosi? Nei prossimi articoli daremo una descrizione più precisa delle funzioni esecutive, mostrando gli strumenti utilizzati per misurarle, ovviamente nello sport..
MA LA GENETICA ED IL TALENTO?
Dopo aver capito che sia impossibile dare una definizione scientifica del talento, poniamo un’altra domanda: quanto conta il fattore genetico? Secondo gli studi di Ericsson, la variabile genetica sarebbe potenzialmente trascurabile. Gli studi dell’illustre ricercatore svedese si concentrano sulla definizione di expertise. Lo status di esperto, ovvero la capacità di ottenere prestazioni di alto livello in un’ambito specifico, si raggiungerebbe dopo dieci anni di allenamento, o 10.000 ore. Attenzione al significato della parola “Allenamento”, inteso come pratica di elevata qualità, da non confondere con la mera attività ludica. Per intenderci, se gioco a calcetto con i miei amici per dieci anni, o per diecimila ore, non sarò un calciatore esperto. Lo stesso vale in palestra: se mi alleno per diecimila ore senza avere idea di cosa sia la biomeccanica del movimento, senza pianificare l’allenamento, allora:
- Dopo un rapido up iniziale, non otterrò più miglioramenti di performance.
- Il rischio di infortunio salirà alle stelle.
- NON SONO UN ESPERTO.
Secondo questo filone di ricerca, quindi, le variabili fondamentali sembrano ridursi da una decina a due: pratica costante nel tempo, ed elevata qualità dell’allenamento. Magari fosse così semplice. I giocatori di serie A sono tutti allo stesso livello? Cristiano Ronaldo sarebbe equiparabile, in fatto di talento, a Mimmo Criscito? Da un punto di vista scientifico, la risposta è…
..Non esiste una risposta scientifica, nonostante io preferisca di gran lunga Mimmo Criscito sulle punizioni al limite dell’area. Allora, le differenze i due calciatori sono imputabili a genetica? Dare una risposta, ancora una volta, è impossibile. Cosa fare?
Un mio caro amico dice sempre “se non riesci a venirne a capo, più che perdere tempo nel cercare la risposta, cambia la domanda”. Anziché cercare di rispondere alla canonica “cos’è il talento?”, fai un passo indietro, e torna alle funzioni esecutive. Quali sono le skills che professionisti esperti (quindi con dieci anni di esperienza alle spalle al massimo livello) hanno maturato? Si sono allenati lo stesso numero di ore, allo stesso livello?
Bibliografia
Anders Ericsson, K. (2008). Deliberate practice and acquisition of expert performance: a general overview. Academic emergency medicine, 15(11), 988-994.
Dohme, L. C., Backhouse, S., Piggott, D., & Morgan, G. (2017). Categorising and defining popular psychological terms used within the youth athlete talent development literature: a systematic review. International Review of Sport and Exercise Psychology, 10(1), 134-163.
Harwood, C. (2008). Developmental consulting in a professional football academy: The 5Cs coaching efficacy program. The sport psychologist, 22(1), 109-133.
MacNamara, Á., Button, A., & Collins, D. (2010). The role of psychological characteristics in facilitating the pathway to elite performance (part 1/ part2): Identifying mental skills and behaviors. The sport psychologist, 24(1), 52-73.