COVID-19: quarantena e benessere psicologico

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La quarantena è spesso un’esperienza spiacevole per chi la subisce e i possibili esiti sul benessere psicologico sono svariati. La separazione dai propri cari, la perdita del senso di libertà, l’incertezza sul proprio stato di salute e la noia possono, a volte, generare eventi drammatici.

Per comprendere al meglio quali possano essere i possibili esiti psicologici della quarantena bisogna comprendere il significato di questo termine ma soprattutto quale sia la sua funzione. 

Essa è la separazione di persone potenzialmente affette da malattie contagiose e la loro limitazione negli spostamenti per due motivazioni specifiche:

  • Accertare se effettivamente essi siano ammalati;
  • Ridurre al minimo il rischio di un possibile contagio per la popolazione;

QUALI POTREBBERO ESSERE I POSSIBILI ESITI SUL BENESSERE PSICOLOGICO DELLA POPOLAZIONE?

L’epidemia di coronavirus (Covid-19) del dicembre 2019 ha obbligato molti paesi ad imporre alle persone potenzialmente venute in contatto con l’infezione di isolarsi in casa. Nonostante i potenziali vantaggi di una quarantena obbligatoria di massa sulla diffusione di una malattia siano considerevoli, c’è il bisogno di valutare anche i possibili costi sul benessere psicologico. Difatti, la definizione del concetto di salute proposta dall’OMS è:

“uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.

Partendo da questo presupposto, Il successo dell’uso della quarantena come misura di salute pubblica richiede di ridurre, per quanto possibile, gli effetti negativi ad essa associati.

BENESSERE PSICOLOGICO: ALCUNI STUDI

Secondo una review (revisione) di ventiquattro studi inerenti a precedenti casi di quarantena (SARS e H1N1), pubblicata dal team di Samantha K. Brooks del King’s college di Londra, la maggior parte dei risultati ha evidenziato effetti psicologici negativi tra cui sintomi di disturbo post-traumatico da stress, confusione, rabbia ed insonnia.

Uno studio ha confrontato i sintomi del disturbo post-traumatico da stress in genitori e figli in quarantena con quelli non in quarantena. È emerso che i punteggi medi del disturbo post-traumatico da stress erano quattro volte più alti nei bambini che erano stati messi in quarantena rispetto a quelli che non erano stati messi in quarantena. Il 28% (27 su 98) dei genitori messi in quarantena ha riportato sintomi sufficienti per la diagnosi del disturbo, rispetto al 6% (17 su 299) dei genitori che non sono stati messi in quarantena. Un altro studio, inoltre, ha confrontato gli effetti psicologici durante la quarantena con il benessere psicologico successivo al suo termine. I risultati hanno mostrato che durante la quarantena il 7% (126 su 1656) ha mostrato sintomi di ansia e il 17% (275) sentimenti di rabbia. 4-6 mesi dopo la quarantena questi sintomi si riducono rispettivamente al 3% (ansia) e al 6% (rabbia).

Inoltre, uno studio sulle persone poste in quarantena a causa di una potenziale contatto con un paziente affetto da SARS ha riscontrato che il 54% (524 su 1057) delle persone messe in quarantena ha evitato le persone che tossivano o che starnutivano, il 26% (255) ha evitato i luoghi chiusi affollati, e il 21% (204) ha evitato tutti gli spazi pubblici nelle settimane dopo il periodo di quarantena. Infine, alcuni partecipanti hanno riportato effetti a lungo termine su di alcuni cambiamenti comportamentali come il prestare una attenzione eccessiva al lavaggio delle mani o l’evitare luoghi affollati.

COME FARE PER ATTENUARE QUESTE CONSEGUENZE?

La quarantena ha un prezzo da pagare. Ciò non significa che non debba essere applicata poiché permettere la diffusione di malattie contagiose potrebbe essere ancora più rischioso.
Sebbene sia essenziale devono essere prese in considerazione tutte le misure necessarie per garantire il benessere psicologico delle persone quarantenate. Alcune di esse potrebbero riguardare il:

  • Dare quante più informazioni possibili in modo chiaro ed esaustivo;
  • Prestare più attenzione agli operatori sanitari;
  • Fornire un adeguato supporto psicologico (in misura maggiore per i bambini) durante e nel post quarantena;
  • Rendere la quarantena il più breve possibile

 

 


Bibliografia

Brooks, S. K., Webster, R. K., Smith, L. E., Woodland, L., Wessely, S., Greenberg, N., & Rubin, G. J. (2020). The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. The Lancet.

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