Il concetto di sistema attentivo e le sue funzioni è ritenuto centrale per le prestazioni dell’essere umano. La nozione risale all’inizio della psicologia sperimentale (James, 1890). Sviluppi successivi nel campo delle neuroscienze (Hillyard & Picton, 1987; Raichle, 1983; Wurtz, Goldberg & Robinson, 1980) hanno effettivamente aperto lo studio sull’analisi fisiologica della cognizione superiore, rivelando un sistema di aree del cervello che sembrano essere fondamentali nella selezione dell’informazione per l’elaborazione focale (cosciente).
L’importanza dell’attenzione risiede soprattutto nel suo ruolo unico nel connettere il livello mentale della descrizione dei processi utilizzati nelle scienze cognitive con il livello anatomico comune nelle neuroscienze.
Le funzioni dell’attenzione sono molteplici. Infatti, studi e ricerche recenti hanno dimostrato che dipendono dall’attivazione di diverse aree cerebrali. Da un punto di vista anatomico sono stati individuati sostanzialmente tre principali sistemi attentivi:
- Il sistema attentivo anteriore (corteccia prefrontale) ed è responsabile dell’elaborazione focale conscia e del comportamento.
- Il sistema attentivo posteriore (corteccia parietale) ed è responsabile per l’orientamento in risposta agli stimoli sensoriali, l’elaborazione dettagliata di oggetti ed infine la focalizzazione dell’attenzione su specifici punti dello spazio ambientale.
- Un sistema attentivo specifico che agisce sia sul sistema attentivo posteriore che anteriore ed è responsabile del mantenimento di uno stato di allerta e di vigilanza (Stablum, F. (2002). L’attenzione. Carocci.)
COMPONENTI DEL SISTEMA ATTENTIVO E FUNZIONI
Le diverse componenti di questo complesso sistema che sono state individuate sono (Stablum, 2002):
- Attenzione selettiva: si riferisce alla capacità di selezionare una o più fonti della stimolazione esterna o interna, quando sono presenti informazioni in competizione.
- Attenzione visiva spaziale: descrive l’abilità di selezionare particolari porzioni dell’ambiente esterno. Studi cognitivi hanno anche dimostrato come questo tipo di attenzione può differenziarsi in “diffusa” e “focale” e che l’orientamento può avvenire in modo automatico o volontario.
- Funzioni Esecutive: sono una serie di processi cognitivi coinvolti nel controllo volontario del comportamento cognitivo e motorio ed assicurano, quindi, flessibilità al nostro comportamento. Le funzioni esecutive sono estremamente necessarie in molte situazione come: gestire la distribuzione delle risorse attentive, coordinare la sequenza di esecuzione di due o più compiti e riuscire a passare volontariamente da un compito all’altro.
- Attenzione sostenuta e vigilanza: rispettivamente, l’attenzione sostenuta è la capacità di mantenere l’attenzione su eventi critici per un lungo periodo di tempo e presuppone la capacità di selezione e controllo. La vigilanza, invece, corrisponde alla capacità di monitorare nel tempo eventi con una bassa frequenza di accadimento.
Riassumendo, tutte queste componenti riferite alle funzioni del sistema attentivo descrivono in modo chiaro un sistema complesso ed indispensabile, ai fini e non solo, per la sopravvivenza e per l’adattamento dell’essere umano.
Bibliografia
Hillyard, S. A., & Picton, T. W. (1987). Handbook of Physiology: Section 1. The Nervous System: Volume 5. Higher Functions of the Brain, Part 2.
James, W. (1890). The principles of psychology (vol. 1) New York: Henry Holt & Co. Inc.
Posner, M. I., & Petersen, S. E. (1990). The attention system of the human brain. Annual review of neuroscience, 13(1), 25-42.
Raichle, M. E. (1983). Positron emission tomography. Annual review of neuroscience, 6(1), 249-267.
Stablum, F. (2002). L’attenzione. Carocci
Wurtz, R. H., Goldberg, M. E., & Robinson, D. L. (1980). Behavioral modulation of visual responses in the monkey: a neurophysiological approach to attention. Prog. Psychobiol. Physiol. Psychology., 9, 42-83.