L’incidenza della depressione nelle persone con HIV è estremamente elevata così come lo stigma sociale, con forti ripercussioni sullo stato di salute e di benessere dell’individuo.
COS’È L’HIV?
L’HIV (sigla dell’inglese Human Immunodeficiency Virus) è un virus che colpisce le cellule del sistema immunitario che normalmente difendono il nostro organismo da infezioni e tumori. Il virus dell’HIV attraversa la mucosa per potersi legare alle cellule T-CD4 del sistema immunitario. Una volta avvenuto il legame il virus si moltiplica nei linfonodi, arriva nel sangue e si diffonde nella milza, nel midollo osseo e nel cervello.
Le vie di trasmissione del virus sono:
- sessuale quando avviene attraverso rapporti etero e/o omosessuali non protetti.
- ematica attraverso lo scambio di siringhe o di strumenti che portano come conseguenza la trasfusione nell’altro di sangue contaminato.
- verticale quando il virus viene trasmesso dalla madre al neonato o durante la gravidanza o al momento del parto o – più raramente – durante l’allattamento al seno.
Non si trasmette attraverso carezze, baci, saliva, lacrime, sudore, urine, bagni, palestre, piscine o altri luoghi di convivenza.
Nelle prime fasi della malattia, i soggetti sieropositivi manifestano sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, dolori muscolari, gola infiammata e ghiandole gonfie.
Nella fase tardiva invece, i sintomi principalmente riscontrati sono neurologici, polmonari, epiteliali e gastro-intestinali.
Risulta molto importante poter sapere se un individuo sia sieropositivo o meno. Questo perché – in primis – si può diminuire il rischio di un’ulteriore trasmissione del virus a terzi. Inoltre perché si può subito iniziare una terapia che consenta al soggetto di continuare a condurre la propria vita nel miglior modo possibile. La terapia maggiormente utilizzata è l’HAART (Highly Acctive Anti-Retroviral Therapy) perché determina:
- Una riduzione della mortalità dei soggetti sieropositivi del 50 / 60%.
- È in grado di bloccare la replicazione virale in modo efficace grazie alla sua capacità di penetrazione all’interno del SNC, sopprimendo così la replicazione anche all’interno del cervello.
HIV E DEPRESSIONE
È noto come l’incidenza della depressione nei soggetti sieropositivi sia molto elevata. Da un punto di vista comportamentale, la depressione aumenta il rischio di adottare comportamenti non salutari come uso di sostanze o rapporti sessuali non protetti. La relazione che si instaura tra il sistema immunitario e depressione è di tipo bidirezionale: molti studi dimostrano, infatti, come l’attivazione del sistema immunitario, più specificamente delle citochine pro-infiammatorie, aumenti il rischio di depressione. Pertanto, le persone HIV positive con co-infezione (ad esempio HCV) possono mostrare una disregolazione delle citochine. Tutto questo spiega proprio la maggior prevalenza della depressione tra gli individui affetti. In aggiunta, la depressione è correlata negativamente all’aderenza al trattamento del paziente.
HIV E STIGMA SOCIALE
Il termine stigma è sinonimo di “etichetta” e riguarda quei sentimenti e comportamenti ostili rivolti a gruppi e/o categorie specifiche. Ancora in molte realtà, la discriminazione di individui sieropositivi esiste ed è basata su pregiudizi sociali e morali che hanno un consenso comune. Gli effetti dello stigma conducono ad isolamento sociale perché spesso le persone sperimentano vergogna quando interiorizzano le reazione negative degli altri, hanno paura di essere rifiutati ed ostracizzati anche da familiari ed amici, così come hanno paura di perdere l’occupazione lavorativa o di subire violenza fisica.
Un recente studio – effettuato da ricercatori del Montreal Neurological Institute – ha evidenziato quanto lo stigma sociale possa compromettere alcune capacità cognitive (memoria ed attenzione) in un gruppo di uomini anziani che convivono da anni con il virus dell’ HIV. Lo studio è stato effettuato su un campione di 512 uomini ai quali è stato chiesto di rispondere ad un questionario sulla percezione e consapevolezza dello stigma esperito. Successivamente le risposte sono state correlate con gli esiti di alcuni test cognitivi e psicologici.
I risultati hanno dimostrato che effettivamente esiste un collegamento molto forte tra lo stigma esperito e gli esiti dei test cognitivi: maggiore è lo stigma percepito, minore è la performance nei test cognitivi.
Questo suggerisce che individui oggetto di discriminazione mostrano una riduzione della partecipazione sociale ed una compromissione di alcune funzionalità fondamentali per l’autonomia quotidiana.
Lo studio descritto può contribuire ad adottare nuovi metodi terapeutici per il trattamento delle disfunzioni cognitive in pazienti affetti da HIV, sottolineando anche l’importanza del contesto sociale e degli interventi comunitari ed istituzionali da adottare per poter ridurre sia lo stigma che la discriminazione.
Bibliografia
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Pala, A.N. (2013). HIV, depressione e compliance: La mediazione delle citochine. Una rassegna della letteratura internazionale [HIV, depressione e compliance: il ruolo mediatore delle citochine. Una rassegna della letteratura internazionale]. Rivista di Psichiatria, 48 (6), 432–4.