Che piaccia o no, i risultati scolastici non sono indicativi del successo che una persona avrà nella vita. Avere successo nella vita, non significa soltanto essere il primo a scuola con i migliori voti o vincere una gara sportiva.
Si ha successo nella vita quando si raggiungono obiettivi importanti per se stessi. Ovviamente questo può variare da persona a persona.
Circa 2500 anni fa Platone affermò che il programma educativo ideale doveva comprendere sei materie: la logica, la retorica, l’aritmetica, la geometria-astronomia, la musica e la danza-corporeità.
Questo signore nella foto a destra è Howard Gardner, insegnante e psicologo americano. Le sue ricerche nascono dall’osservazione dei bambini tra i banchi di scuola fino all’età adulta e dimostrano che non esiste una correlazione transitiva tra aumento delle prestazioni scolastiche e aumento del successo nella vita.
Gardner, grande studioso della teoria delle intelligenze multiple (con la pubblicazione del suo libro “Formae mentis”, 2010), è stato tra i primi a smontare decenni di ricerche sull’intelligenza, dove la visione scientifica moderna non prendeva in considerazione tutte le sfaccettature della vita mentale. Ricordo, inoltre, che non esiste ad oggi una definizione univoca dell’intelligenza, ma le diverse definizione dipendono dall’orientamento di pensiero che affronta questo tema.
Va, tuttavia, riconosciuto che la visione delle scienze umane è molto cambiata da quando la psicologia ha compreso il potere delle emozioni nella vita delle persone.
Se siamo arrivati a queste conclusioni (dato acquisito dalle neuroscienze) lo si deve anche al contributo di Gardner. Il fulcro di questa nuova concezione dell’intelligenza umana è multipla: lo psicologo americano dimostra l’infondatezza della visione dell’intelligenza come fattore unitario, immutabile e misurabile in termini di Q.I. a vantaggio di una visione dinamica ed identifica 7 tipi di intelligenza:
- Logico-matematica, che consiste nella capacità di analizzare i problemi in modo logico, eseguire operazioni matematiche, e indagare le questioni scientificamente;
- Verbale, che insieme alla logico-matematica compongono l’intelligenza scolastica;
- Spaziale, tipica degli artisti;
- Musicale, osservabile, ad esempio, nel genio di Mozart (Jandolo, 2010);
- Cinestetica, osservabile nella fluidità dei movimenti;
- Interpersonale, capacità di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i desideri delle altre persone, tipica dei grandi leader;
- Intrapersonale che origina da efficaci introspezioni e riflessioni intorno a se stessi.
Ad oggi la scuola italiana, nello specifico, adotta un modus operandi in cui si valorizzano prevalentemente (in alcuni casi, esclusivamente) le forme di intelligenza logico-matematica e verbale. Il risultato è quello di premiare e motivare gli alunni che sono migliori nel ragionamento logico e nelle abilità linguistiche a discapito di coloro che possiedono forme di intelligenza diverse, spesso ritenute (a volte anche dai genitori stessi) meno importanti.
QUAL È IL RUOLO DELLA SCUOLA DUNQUE?
In questa visione, la scuola è quella che vuole uniformare la preparazione di tutti ai medesimi standard, quelli richiesti dai programmi didattici. In realtà dovrebbe valorizzare le risorse e i talenti personali di ciascuno studente/ssa incoraggiandoli a sviluppare quante più abilità possibili, tra cui ognuno sceglierà liberamente quella a cui attingere, che si sente “più sua” per avere successo.
NON ESISTE UN SOLO TIPO DI SUCCESSO
Quello conclamato dalla società è un successo di ruoli, finanziario, estetico o di carriera. Il successo però deve partire da noi, da dentro. Dare priorità a quello che per noi è veramente importante. È credere in un progetto nostro.
Bibliografia
Gardner, H. (2005). Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento. Centro Studi Erickson.
Gardner, H. (2010). Formae mentis, Feltrinelli, Milano.
Jandolo, L. (2010).Musica per il cervello in Psicologia contemporanea. 24-29.