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Essere felici coltivando pensieri positivi è davvero possibile?

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“Pensa positivo e tutto andrà bene”. “Volere è potere”. “Se ci credi, tutto è possibile”. Questi sono solo alcuni degli esempi di pensieri positivi motivazionali diventati popolari. Ma questi slogan ci permettono davvero di essere felici?

I PENSIERI POSITIVI CI PERMETTONO DI ESSERE FELICI?

Oggigiorno le persone fanno riferimento sempre più a quanto siano importanti i pensieri positivi. Se siamo positivi attraiamo positività e possiamo così essere felici. Possiamo fare riferimento alla famosa legge dell’attrazione, secondo la quale qualsiasi evento, positivo o negativo che sia, viene attratto da noi. Alla base di questa legge, assume particolare importanza la qualità dei nostri pensieri e del nostro stato d’animo (Hicks & Hicks, 2008).

TUTTO QUI? BASTANO PENSIERI POSITIVI PER ESSERE FELICI?

Alcuni esperti, tra cui psicologi sperimentali, maestri spirituali e filosofi, intervistati dal giornalista britannico Oliver Burkeman, affermano che sono proprio i nostri continui tentativi di eliminare tutto ciò che è negativo a farci sentire così insicuri, ansiosi e infelici. Anzi, i pensieri positivi e l’ottimismo incrollabile non sono la soluzione, ma una parte del problema, in quanto generano frustrazione proprio perché non riusciamo ad essere sempre positivi e ottimisti (Burkeman, 2013).

In genere, le persone sono convinte di avere un controllo sui propri pensieri ed emozioni. La psicologa Ellen Langer parla per la prima volta di illusion of control nel 1975. È così che le persone mettono in atto dei tentativi di eliminare o evitare emozioni spiacevoli, le cosiddette “strategie di controllo”.

Quando i nostri pensieri e le nostre emozioni non sono particolarmente dolorosi, generalmente le strategie di controllo possono essere utili, è vero. Però, questo ci induce a credere erroneamente di avere possibilità di controllo molto maggiori di quelle che in realtà possediamo. E quando ci troveremo a provare sensazioni molto più spiacevoli o quando non riusciremo a controllare i nostri pensieri e le nostre emozioni, ecco allora che proveremo frustrazione e ci giudicheremo come incapaci. Ciò non farà altro che rafforzare quelle sensazioni spiacevoli e peggiorare la qualità della nostra vita (Harris, 2010).

Il filone del pensiero positivo propone una visione troppo semplicistica della mente umana. Il suo concetto cardine si basa sull’assunto che per essere felici dobbiamo provare emozioni positive e sbarazzarci di quelle negative. Ma, come ci dice lo psicoterapeuta Russ Harris, per essere felici dobbiamo vivere una vita ricca, piena e significativa. Per fare ciò dobbiamo mettere in conto che proveremo l’intera gamma di emozioni, anche quelle spiacevoli (Harris, 2010).

IL POTERE DELL’ACCETAZIONE E DELL’AZIONE PER ESSERE FELICI

L’accettazione e l’azione sono due dei concetti chiave dell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy), un intervento psicologico e psicoterapeutico che ha l’obiettivo di aiutare le persone a sviluppare la cosiddetta “flessibilità psicologica” (Hayes et al., 2006):

“Capacità di adattarsi alle situazioni in maniera consapevole, accettare nuove esperienze e intraprendere azioni efficaci seguendo i propri valori personali, e di conseguenza vivere una vita piena e soddisfacente.”

Per accettazione non si intende accettare in maniera passiva e con rassegnazione ciò che ci accade, ma essere consapevoli di quel che stiamo vivendo e non sfuggire ai nostri pensieri ed emozioni.

Il dolore è un’esperienza che viviamo tutti e che fa parte della vita, non c’è modo di evitarlo, ma possiamo imparare ad affrontarlo. Anche se tutti, chi più chi meno, mettiamo in atto delle strategie di evitamento per sfuggire alla sofferenza, ma a volte questa soluzione non si rivela così valida. Per riuscire ad essere felici, dobbiamo imparare a fare spazio alla sofferenza, ad accoglierla, a entrare in contatto con lei senza però giudicarla e ridurne quindi i suoi effetti. Questo può aiutarci a creare una vita soddisfacente e piena.

Imparare a dare la giusta importanza ai pensieri e alle emozioni che ci attraversano fa sì che non veniamo travolti dal vortice di sensazioni. I pensieri non sono veri o falsi, sono solo pensieri. E identificarci con essi, con le etichette che la nostra mente ci ha dato può compromettere in maniera significativa la qualità della nostra vita.

L’ACT parla anche di azione impegnata che consiste nello scegliere di impegnarsi in azioni guidate dai propri valori. Per valori intendiamo “le qualità della vita desiderate a lungo termine” (Hayes et al., 2006), sono ciò che motivano le persone a perseguire dei cambiamenti e ad affrontare momenti difficili.

Dunque, accettando e accogliendo le nostre fragilità, e guidando le nostre azioni partendo dai nostri valori personali, permette di vivere una vita soddisfacente e significativa. Nel sentito comune, di essere felici.

CONCLUSIONI

Ricapitolando, i pensieri positivi e motivatori non sono sempre e del tutto negativi e sbagliati, ma non ci aiutano ad essere felici e a vivere una vita significativa. Il continuo sforzo che mettiamo in atto proprio per essere positivi e ottimisti non fa altro che intensificare la nostra frustrazione. Peraltro è riduttivo limitarci ad avere pensieri positivi, se poi nella pratica non facciamo niente per venire incontro ai nostri obiettivi e valori. Prendere consapevolezza di se stessi e degli eventi che ci accadono e decidere di agire in nome dei nostri valori fa sì che anche il nostro senso di autoefficacia e di autostima migliorino.

Per essere felici, dunque, non basta darci una pacca sulla spalla e dirci con fermezza che le cose andranno meglio o avere pensieri positivi. Se non mettiamo in pratica l’accettazione consapevole e l’impegno ad agire.

 

 


Bibliografia

Burkeman, O. (2013) The Antidote: Happiness for People Who Can’t Stand Positive Thinking, In Farrar Straus & Giroux.

Harris, R. (2010) La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, In Erikson Editore.

Hicks, E., & Hicks, J. (2008) La legge dell’attrazione, In TEA.

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