Abolizione dell’esame di Stato per tutte (o quasi) le professioni regolamentate: veterinari, farmacisti, dentisti e anche psicologi.
Accorciare la strada che intercorre tra la discussione della tesi e l’esercizio della professione. È l’obiettivo che emerge del disegno di legge sulle lauree abilitanti che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri su iniziativa del ministro Gaetano Manfredi. Attraverso una manovra in tre tempi, i futuri giovani colleghi potranno abilitarsi già al momento della laurea. Questo volgendo una prova più tecnica. Parola dello stesso responsabile dell’Università:
«Semplificare le modalità di accesso all’esercizio delle professioni regolamentate, significa agevolare una più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mercato del lavoro»
I primi ad essere interessati dall’abolizione dell’esame di stato saranno i laureati in Odontoiatria, Farmacia e Veterinaria e quelli magistrali in Psicologia. Il disegno di legge è stato vagliato dall’esecutivo sabato 16 ottobre. Ora è atteso il passaggio al legislativo per l’approvazione finale.
L’ESAME DI STATO
Piccola premessa. L’Esame di Stato per psicologi e per tutte le professioni regolamentate è obbligatorio per legge. L’art. 33 della Costituzione recita:
“[…] É prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale“.
La questione è normata dalla Costituzione proprio perché è una questione di una certa rilevanza. Questo anche perché lo Stato italiano, da un lato, tutela i cittadini dai non professionisti, con il reato di abuso della professione, e dall’altro, concede ai professionisti strumenti e poteri propri. L’esame di Stato così descritto è ben diverso dall’essere laureato perché concede un’autorizzazione a svolgere un mestiere delicato come il nostro. Puoi essere bravissimo alla guida della moto conoscendo tutta la segnaletica, ma il “certificato di qualità” la rilascia lo Stato con la patente. C’è poco da fare.
IL FUTURO ITER PER L’ABILITAZIONE
L’entrata in vigore della norma porterà non ad una vera e propria abolizione dell’Esame di abilitazione, ma ad uno spostamento di iter che prevedrà:
- Un tirocinio pratico non più al termine degli studi ma durante l’Università. Il tirocinio poi si valuta tramite un esame.
- I crediti formativi da acquisire saranno 30 CFU.
- L’esame di laurea comprenderà necessariamente aspetti pratici della professione. La Commissione includerà anche professionisti dei rispettivi ordini.
ABOLIZIONE ESAME DI STATO PSICOLOGI: CONSIDERAZIONI
La logica che va tanto diffondendosi dal disegno di legge prevede che affianco a questo passaggio, dovrà seguire una ridefinizione dell’offerta formativa universitaria. Mi sembra assurdo. Assurdo partire dalla fine, intervenire prima sull’immissione dei giovani nel mondo del lavoro che nella struttura e forma del percorso di studi. Con CdL più professionalizzanti, pratici, magari a ciclo unico, con esami che valutino veramente le conoscenze, il numero dei futuri colleghi sarebbe inferiore e la preparazione più adeguata.
Seconda considerazione. Stiamo sulla soglia di 120.000 psicologi, di cui circa il 50% NON LAVORA come psicologo e il 25% di chi lavora dichiara redditi inferiori alla soglia di povertà. La necessità dell’università e del ministero è quella di accelerare l’entrata nel mondo del lavoro? A che pro? Con quale obiettivo? Non condivido concentrarsi sulla velocità nell’entrata in un mondo del lavoro in difficoltà anziché sulla qualità di tale ingresso. Ma anche entrambi va bene. Sicuramente non concentrare le proprie energie su un singolo aspetto perché alcuni giovani lo trovano “la via più veloce”.
Il principio della “lotta continua” del “lamento continuo” non fa altro che rinforzarsi. Il giorno prima si lotta per il Diritto allo Studio di tutti, tutti insieme e qualche giorno dopo ci si lamenta perché “ci sono troppi psicologi”.
Infine, condivido con molti l’dea che questo tipo di esame di stato sia anacronistico e che vada riformulato. Riformulato però, non abolito o reso ancora più mero passaggio da fare burocratico.