Anche se in una pillola non c’è altro che un po’ di zucchero, può ridurre i sintomi che sperimentiamo: mal di testa, dolore muscolare ma anche ansia, paura, rabbia. Questo fenomeno psicofisico cambia semplicemente perché associ qualcosa alla cura e alla buona salute. Qualsiasi cosa può innescarlo: una preghiera, una cerimonia, un drink o una piccola pillola bianca. Questo è l’effetto placebo.
Il termine placebo (dal latino “piacere”) indicava una sostanza inattiva e innocua somministrata ai pazienti per farli sentire meglio grazie al potere della suggestione. Più di recente, sono stati considerati placebo gli interventi simulati, sia in ambito sanitario sia tra le credenze popolari.
Attenzione però, questo non significa che non stai avendo o hai avuto una “vera” malattia. La mente, anche se non è possibile farne un autopsia fisica, fa parte del corpo e i cambiamenti nel tuo stato mentale influenzano altre parti del tuo corpo e viceversa.
Lo svantaggio principale è che l’effetto positivo spesso non dura. Inoltre non funziona in modo coerente. Finora, i placebo sembrano più efficaci per il dolore, inclusa la sindrome dell’intestino irritabile e l’emicrania , così come l’insonnia correlata allo stress.
L’EFFETTO PLACEBO É EFFICACE?
Sembra che l’effetto placebo stia diventando sempre più forte. Quando gli scienziati della McGill University hanno analizzato 84 studi clinici sui farmaci per alleviare il dolore, hanno scoperto che negli studi più recenti i volontari avevano maggiori probabilità di riportare sollievo dal placebo, in media circa il 30% di riduzione del dolore (Tuttle et al., 2015).
C’è stata anche una tendenza alla crescente efficacia dei placebo negli studi sugli antidepressivi e sui farmaci antipsicotici.
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è difficile da trattare. Ma quasi il 40% dei pazienti reagisce bene ai placebo. Questo è vero anche se sanno che stanno assumendo una pillola di zucchero: in una serie di studi , i pazienti che sapevano che stavano assumendo un placebo hanno riportato un miglioramento doppio, compreso il sollievo da gonfiore, crampi dolorosi e diarrea, rispetto ai pazienti non trattati nel gruppo di controllo (Kaptchuk et al., 2010).
Non tutti ne traggono beneficio dall’effetto placebo. L’impatto dei placebo varia da persona a persona. É possibile supporre che ci sia una variabilità di un tratto genetico. Uno studio ha scoperto che una particolare variazione genetica rende le persone più sensibili al dolore dell’IBS e quelle stesse persone avevano maggiori probabilità di trovare sollievo da un falso trattamento di agopuntura (Hall et al., 2012).
Se nei confronti della depressione, dell’ansia e delle dipendenze (droghe, tabacco) l’effetto placebo può effettivamente risultare efficace, molto meno intuitivo risulta il suo coinvolgimento in patologie quali la schizofrenia: diversamente a quanto avviene negli altri disturbi, in cui l’effetto placebo può essere spiegato in ragione del coinvolgimento psicologico ed emotivo del paziente a star meglio, nel caso della schizofrenia il paziente soffre di un disturbo di distorsione della realtà, di alterazione del pensiero.
RICERCHE FUTURE SU COME FUNZIONANO I PLACEBO
I neuroscienziati hanno iniziato a esaminare più in dettaglio il modo in cui il cervello opera per produrre risposte benefiche a un placebo (Wager & Atlas, 2018). Medici, psicologi, e altri professionisti insieme ai pazienti sanno che quando le persone malate sentono “Questo ti farà sentire meglio” e si fidano di chi parla, è più probabile che abbiano una buona risposta rispetto a quando non sono rassicurate o non lo fanno.
Bibliografia
Hall, K.T., Lembo, A.J., Kirsch, I., Ziogas, D.C., Douaiher, J., Jensen, K.B., et al. (2012). Catechol-O-Methyltransferase val158met Polymorphism Predicts Placebo Effect in Irritable Bowel Syndrome. PLoS ONE, 7 (10).
Kaptchuk, T.J., Friedlander, E., Kelley, J.M., Sanchez, M.N., Kokkotou, E., Singer, J.P., Kowalczykowski, M., Miller, F.G., Kirsch, I. & Lembo, A.J. (2010). Placebos without Deception: A Randomized Controlled Trial in Irritable Bowel Syndrome. PLoS ONE 5 (12).
Increasing placebo responses over time in U.S. clinical trials of neuropathic pain. PMDI; 156 (12): 2616-2626.
Wager, T.D. & Atlas, L.Y. (2018). The neuroscience of placebo effects: connecting context, learning and health. Nat Rev Neurosci; 16(7): 403–418.