Inizialmente il Covid era considerato una malattia strettamente respiratoria ma i risultati di alcuni studi ci indicano che invece coinvolge più organi con effetti anche sul cervello. Il Covid-19 è una malattia virale altamente infettiva causata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Il periodo medio di incubazione è di 6,4 giorni ed è in grado di causare infezioni da lievi a gravi nell’uomo. Il primo episodio di Covid si è verificato in Cina nel dicembre 2019 e da quel momento si è diffuso in tutto il mondo. E’ stato fondamentale tenere sotto controllo la malattia grazie alla diagnosi, alla comprensione epidemiologica e alla profilassi. (Rai et al. 2021)
NEUROCOVID: COVID E CERVELLO
Si tratta quindi di una sindrome multisistemica che può interessare varie parti del corpo lasciando importanti strascichi che possono persistere per mesi dopo l’infezione ( Long COVID). E’ coinvolto quindi il sistema nervoso centrale e periferico; significa che il Covid ha i suoi effetti diretti sul cervello (meccanismi neuro invasivi). Da qui, deriva la parola “NeuroCovid” che indica i disturbi che possono insorgere nelle persone che hanno sviluppato la malattia e sono: vertigini, mal di testa, perdita dell’olfatto e del gusto, stati confusionali, ridotta concentrazione e perdita di memoria.
Per esempio alcune delle complicanze neurologiche nei pazienti con malattia da coronavirus-19 (COVID-19) causata dalla sindrome respiratoria acuta (SARS-Cov2) sono anosmia, ictus, paralisi, deficit dei nervi cranici, encefalopatia, delirio, meningite e convulsioni. (Mian et al. 2020).
IN CHE MODO IL COVID COINVOLGE IL CERVELLO?
Il Covid può causare un’infezione cerebrale diretta tramite il trasporto assonale attraverso il nervo olfattivo, infettando infine la corteccia olfattiva e altre strutture nel lobo temporale e tronco cerebrale. Può accadere anche che l’infezione da Covid possa attraversare la barriera ematoencefalica.
In pazienti gravi in cui è presente insufficienza respiratoria, si può verificare ipossia (condizione di carenza dell’ossigeno a livello dei tessuti). o una risposta immunitaria anomala, danni alla sostanza bianca e coagulazione del sangue anormale con conseguente ictus.
I sopravvissuti al Covid-19 possono essere maggiormente a rischio di sviluppare malattie neurodegenerative anni o decenni dopo. (Massey et al. 2021). Un altro modo attraverso cui il Coronavirus si sposta tra i polmoni e il cervello è il nervo vago (uno dei 12 nervi cranici). Una volta arrivato nel cervello, il virus SARS-CoV-2 entra nelle cellule endoteliali attraverso i recettori dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ormone deputato al controllo pressorio e di altre funzioni quali il controllo idroelettrolitico a livello renale) e li danneggia, guidando l’infiammazione e altri processi dannosi per il tessuto cerebrale.
In sostanza, il NeuroCovid identifica l’insieme di disturbi neurologici e neuropsichici correlati all’infezione da Coronavirus (SARS-CoV-2) che può diffondersi in tutto il sistema nervoso, colpendo il cervello e il midollo spinale.
Bibliografia:
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