Diventare padre: dinamiche psicologiche e psicopatologiche

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Diventare padre, e quindi assumere la funzione di genitore, è un lavoro complesso e non una capacità innata. Deve essere acquisita attraverso un processo di transizione e modificazione psicologica che richiede grande flessibilità e capacità di adattamento.

IL LAVORO PSICOLOGICO DEL DIVENTARE PADRE

Diventare padre è un processo mentale che si struttura sin dall’infanzia, attraversa l’adolescenza e raggiunge l’età adulta. Da questo momento la funzione genitoriale può finalmente concretizzarsi. Tuttavia, il potere dirompente di questo processo, ed in particolar modo delle modificazioni che avvengono nel periodo che va dalla gravidanza alla nascita, possono indurre ad una rottura dell’equilibrio psicologico della persona. A questo conseguono possibili manifestazioni psicopatologiche con la compromissione della funzione genitoriale. Ma cosa si intende con “funzione genitoriale”? Possiamo definirla come la capacità di accogliere e farsi carico dei bisogni del bambino e di rispondervi in modo adeguato. Lo scopo è di favorire un ambiente ottimale per lo sviluppo psicofisico del bambino.

Quando una persona decide di avere un figlio le fonti alle quali fa riferimento per poterlo crescere sono la propria esperienza di figlio ed il rapporto con i propri genitori. Tutto ciò favorirà l’utilizzo di modelli di comportamento che si baseranno sull’imitazione o sulla contrapposizione a seconda delle esperienze vissute. Già dal momento in cui un uomo viene informato della gravidanza della propria partner viene travolto da un forte flusso emotivo. Questo lo carica di sentimenti ambivalenti fatti di soddisfazione e rabbia. Diventare padre quindi può attivare nell’uomo diversi conflitti psicologici legati a timori di abbandono, gelosia e rivalità. Questi rievocano conflitti passati, legati alla propria infanzia, e conflitti presenti legati all’esclusività della relazione madre-figlio che si verrà a creare.

DALLA DIFFICOLÀ ALL’ELABORAZIONE

Proprio l’elaborazione di queste tematiche corrisponde ad una delle funzioni paterne, ossia alla capacità di elaborare questi conflitti, di tollerare l’esclusione dalla relazione materna e di fungere da contenitore psicologico nei confronti di madre e bambino. Successivamente, con lo sviluppo psicofisico del bambino, la seconda funzione paterna sarà quella normativa. In tal modo il papà offrirà al bambino la possibilità di modificare i propri bisogni, guidandolo verso la realtà e limitando il suo senso di onnipotenza e fusione con la madre.

Il lavoro della paternità, pur essendo visto come un compito marginale nella crescita di un bambino, in realtà assolve una funzione fondamentale nello sviluppo psicoaffettivo del figlio. Infatti introduce la realtà esterna favorendo la relazione con terzi (intersoggettività) e quindi con il mondo esterno, permettendo la costruzione di un sé autonomo.

Sostanzialmente diventare padre richiede un complesso lavoro di elaborazione e di adattamento. Questo frequentemente ha un esito positivo. Ma può accadere il contrario per alcune persone che, a causa di particolari tipi di personalità ed esperienze di vita, non sono in grado di assumere questo nuovo ruolo.

DA DIVENTARE PADRE ALLA PSICOPATOLOGIA

Diventare padre è un momento critico dell’esistenza di ogni uomo. Come abbiamo detto, questo comporta l’attivazione di sentimenti ambivalenti e di una serie di cambiamenti da elaborare che costituiscono il lavoro paterno vero e proprio. Il fallimento di questo lavoro può portare a diversi livelli di conflittualità nel processo di assunzione del ruolo di genitore. Questo, in associazione con particolari vulnerabilità, può dar vita a diverse manifestazioni psicopatologiche. Quando il padre incontra difficoltà nell’elaborare i cambiamenti legati alla nascita di un figlio possono manifestarsi alterazioni comportamentali (acting) e manifestazioni depressive che mettono in luce proprio questa difficoltà. Quando, invece, il padre è eclissato dalla relazione madre-figlio non riuscendo ad instaurare una relazione con il bambino può incorrere in una rottura drastica del proprio equilibrio psicologico favorendo una psicosi vera e propria.

PRINCIPALI DISTURBI DELLA PATERNITÀ

  • Sindrome della Couvade: è un meccanismo difensivo che viene utilizzato inconsapevolmente da alcuni uomini come unica modalità per poter esprimere i propri conflitti. Questa particolare sindrome si manifesta nell’ultima parte del periodo di gravidanza ed è costituita da due forme: pseudomaterna e dietetica. La forma “pseudomaterna” si esprime attraverso sintomi fisici come nausea, dolori addominali fino a simulare i dolori del parto. La forma “dietitica”, invece, si caratterizza per l’assunzione di un regime dietetico molto ristretto in quanto l’uomo, pervaso da sentimenti di responsabilità, crede di poter influire sulla salute del proprio figlio attraverso la messa in atto di qualsiasi comportamento, come anche il nutrirsi.
  • Acting paterni: il fallimento dell’elaborazione dei conflitti del lavoro di diventare padre può dar vita a degli agiti comportamentali veri e propri come la fuga dalla propria famiglia, l’accentuazione della conflittualità relazionale e attività sessuali extraconiugali. Questi scaturiscono non dall’essere insoddisfatti del proprio partener ma dalla conflittualità collegata alla propria identità sessuale.
  • Depressione.
  • Disturbo psicotico breve: si caratterizzano per la presenza di deliri di gelosia, persecuzione e di depressione e maniacalità che scaturiscono dalla impossibilità di accedere alla funzione paterna. Impossibilità che nasce dall’assenza della funziona genitoriale nella propria mente a causa di vari fattori come un padre assente, un rapporto difficile con i propri genitori o una dipendenza affettiva.

Concludendo, diventare padre è un lavoro che molto spesso viene sminuito dalla società moderna ma, al contrario, è un lavoro complesso, costituito di perdite reali e simboliche che mettono a dura le capacità di elaborazione e la salute mentale della persona, così come la successiva relazione con il figlio.

 

 


Bibliografia

Benvenuti, P. (2007). Psicopatologia nell’arco della vita. Firenze: Seid Editori.

Benvenuti, P., Marchetti, G., Tozzi, G. & Pazzagli, A. (1989). Psychological and psychopathological problems of fatherhood. Journal of psychosomatic obstetrics and gynaecology, 10, 35-41.

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