In letteratura non esiste una definizione generalmente adottata della Sindrome di Korsakoff e le concezioni implicitamente accettate sono cambiate con il tempo.
Questo ha causato molti problemi che non sono mai stati discussi o adeguatamente indagati, tutte le definizioni sono di natura trasversale senza una specificazione della durata della patologia, ne è un chiaro esempio quella di Victor et al, la quale però viene usata ancora nelle review moderne perché cattura le caratteristiche distintive della sindrome:
“Uno stato mentale anomalo in cui la memoria e l’apprendimento sono colpiti in modo sproporzionato rispetto alle altre funzioni cognitive in un paziente altrimenti attento e reattivo derivante da una nutrizionale deplezione, carenza di tiamina.”
(Victor et al.1971)
Korsakoff (1887, 1889a,1889b) fu proprio il primo a descrivere la sindrome caratterizzata da disturbi della memoria in pazienti alcolisti, senza fare riferimento però alla sindrome di Wernicke. Però dalle indagini sugli animali tra il 1930 e il 1940 e le importanti osservazioni di Wardener e Lennox (1947) sui prigionieri di guerra malnutriti, è venuto fuori che la deplezione di tiamina è il meccanismo che dà origine all’episodio acuto di Wernicke, seguito dalla Sindrome di Korsakoff. Nella maggior parte dei casi questa sindrome però è legata ad una forma di alcolismo cronico e a carenze alimentari.
SINTOMI COGNITIVI E COMPORTAMENTALI
La Sindrome è generalmente nota come un disturbo della memoria, ma fin dai primi rapporti era evidente che fossero coinvolti anche molti sintomi cognitivi e comportamentali, quali:
- Disfunzioni della Memoria Episodica.
- Disfunzioni della Memoria Semantica.
- Problemi della Memoria Procedurale.
- Disfunzioni delle Funzioni Esecutive.
- Confabulazioni.
- Apatia.
- Disturbi affettivi.
- Disturbo della percezione delle emozioni.
- Disturbo della cognizione sociale.
QUALI SONO I TRATTAMENTI PER LA SINDROME DI KORSAKOFF?
Come Sindrome residua dopo la malattia di Wernicke, può essere vista e trattata come una forma di danno cerebrale acquisito, qui l’intervento farmacologico si limita a migliorare le capacità che restano e o a sopprime i sintomi che interferiscono con il normale funzionamento della persona affetta.
Le prospettive dei programmi di riabilitazione sono invece molto più promettenti. La tradizionale opinione secondo cui la Sindrome è una condizione statica che non permette un ulteriore recupero è stata gradualmente abbandonata, grazie all’accumulo di prove secondo cui la riabilitazione della memoria è possibile. Difatti tecniche di compensazione della memoria attraverso l’utilizzo di agende, smartphone e schede di memoria sono promettenti.
Bibliografia
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